L'inizio. È l'autunno del 2012. Nella sonnolenta provincia in cui viviamo, noi di Immaginario Sonoro abbiamo deciso di provare a dare una scrollata ai ragazzi sotto ai vent'anni. Perché siamo sicuri che ci sia terreno fertile, ma abbiamo la triste impressione che qui l'inverno duri cent'anni...
Come fare? Con l'arte, ovvio! È così che nasce Tutti in Scena, laboratorio artistico e teatrale sui generis pensato e seguito passo per passo dal nostro instancabile Luigi Alberton. sui generis, perché il teatro in realtà non è il fine ma il mezzo: la ricerca teatrale diventa infatti uno strumento potente nelle mani dei giovani per imparare a progettare se stessi vivendo le proprie qualità creative ed espressive.
"Dal lato utente" Tutti in Scena è un'occasione per i ragazzi di mettersi insieme per fare arte, con l'obiettivo di ideare, progettare e mettere in scena una performance fatta tutta da loro, dalla A alla Z. Una bella sfida! E un'occasione ghiotta, visto che è gratis.
"Dal lato admin", invece, Tutti in Scena è molto di più, perché attraverso l'arte si mettono in campo non solo le qualità espressive, ma anche le capacità progettuali, di ricerca e sperimentazione, e le capacità di relazione, di cooperazione e scambio, l'impegno personale e la responsabilità. Tutti valori fondamentali per imparare a vivere. In più, Tutti in scena propone alternative positive alle logiche di competizione-selezione-esclusione che oggi sembrano gli unici modelli possibili, a partire dalla scuola fino ad arrivare a X-Factor. Tutto questo i ragazzi non lo sanno, ma lo vivranno.
Nel progetto, gli adulti (Luigi e il team di Immaginario Sonoro) restano nell'ombra: lanciano i temi, tengono le fila, forniscono know-how. Ma i protagonisti assoluti sono loro, i ragazzi. Sulla scena così come nella vita.
EMOZIONI DI UN AVITA di OMAR AL-HAGE
con: Omar (protagonista), Matilde (Alice), Irene (Luigino), Sara (l'amica di Alice)
[...] Beh cosa posso dire, mi chiamo Omar Al-Hage e ho 18 anni. Ho deciso di prendere parte al progetto Tutti in Scena per poter dare voce a una mia idea, e spero di aver raggiunto quell'obiettivo che sicuramente da solo non sarei riuscito a raggiungere. Il mio personaggio [...] non ha nome, ed è stata una mia scelta volontaria perché volevo che ognuno [...], chi prima chi dopo, potesse magari immedesimarsi nella figura di questo ragazzino, timido e "sfortunato", che grazie al suo maledetto gatto e al supporto di un amico, nonché alla grande forza di volontà, riesce finalmente a dire a 'sta povera Alice quello che prova. [...]
Vorrei solo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato nel mio lavoro, le ragazze, Luigi e tutti quelli che hanno lavorato per renderlo al meglio. Sicuramente quello che mi è rimasto di più e che credo farò fatica a dimenticare è che collaborando insieme per uno scopo comune si raggiungono buoni risultati e che credere in se stessi è l'unico modo per combinare davvero qualcosa di buono. [...]
(Omar Al-Hage)
STORIA DI RITA di SARA SGARBOSSA
con: Sara (protagonista), Irene (poliziotta), Matilde (passante)
[...] Ho deciso di aderire a questo progetto poco dopo che mi è stato proposto, a ottobre/novembre. Ho pensato che dovevo cogliere un'opportunità del genere, cioè il poter portare un'idea MIA al Teatro Sociale, ed eccomi qua, nove versioni di copione e sette mesi dopo.
L'idea è partita da un fatto realmente accaduto a Cittadella, ma in realtà mi sono poi concentrata sul personaggio di Rita e ho "scavato" nella sua duplice personalità, quella cinica e difensiva da una parte e quella più fragile e nascosta dall'altra. Ho imparato quanto sia complicato mettere in piedi anche una sola performance, e quant'è esigente il mondo del teatro anche dal punto di vista dell'interpretazione. Posso proprio concludere dicendo che il teatro non è per tutti. Inoltre voglio ribadire l'importanza di un tema nascosto nel mio pezzo. Gradirei infatti che nel 2013 la violenza sulle donne (più di 100 uccise solo lo scorso anno) sparisse dalla faccia della Terra. [...]
(Sara Sgarbossa)
CADUTA LIBERA di MATILDE SGARBOSSA
con: Matilde (protagonista), Irene, Omar, Sara (bulli)
La prima volta che sentii parlare di Tutti in Scena fu quando vidi la locandina del progetto nell'atrio del mio Liceo. Mi incuriosii subito e cercai informazioni su internet. Ero un po' incerta sul da farsi perché non ero riuscita a convincere nessun amico a parteciparvi con me, ma decisi di aderire comunque a questa proposta.
Nei primi incontri conobbi i miei compagni d'avventura ed erano tutti talentuosi e con tante buone idee. Quando fu tempo di cominciare a dare forma al proprio copione io non avevo molte idee, ma la voglia di fare non mi mancava. Dopo un po' di incontri si è accesa la lampadina e ho deciso di parlare di due argomenti a me cari: la lotta contro il bullismo e la depressione adolescenziale. Ho scelto di affrontare questi argomenti perché, come disse John Lennon, "La gente ti ama solo quando sei tre metri sotto terra". Sì, perché la società denuncia i problemi solo quando ci scappa il morto. La prevenzione del bullismo e della depressione nei giovani è lacunare e marginale.
L'esperienza a Tutti in Scena mi ha lasciato molto. Avendo costruito i nostri spettacoli da zero abbiamo dovuto affrontare diverse difficoltà: la costruzione del testo, l'interiorizzazione dei personaggi, le entrate, le uscite, gli oggetti di scena, le luci, i costumi e soprattutto i significati che volevamo trasmettere. Sono convinta di aver costruito in questi mesi un bel bagaglio da portare con me in futuro.
(Matilde Sgarbossa)
NON CHIAMARMI STRANIERO di IRENE SCAPIN
con Irene (narrazione e canto), Omar (ragazzo palestinese), Sara e Matilde (passanti)
Lavoro a questo progetto da ottobre, quand'era solo una piccola idea buttata giù in poche righe. Un progetto che in questi mesi è cresciuto, si è evoluto ed è diventato [...] un gioco di luci e ombre, di immagini, suoni, parole ed emozioni che, spero, [possano essere] colte nella loro interezza. Se ci sono riuscita, lo devo soprattutto a Tutti in Scena, a Luigi Alberton, che ci ha sempre aiutati e sostenuti, a tutti i professionisti che ci hanno aiutato [...], e a Omar, Sara e Matilde, che si sono dimostrati disponibili ad aiutarmi a portare in scena lo spettacolo.
M'iscrissi a questo progetto perché volevo provare qualcosa di nuovo, dal momento che sono sempre stata affascinata dall’arte in ogni sua forma. Da anni canto e scrivo, ma non avevo mai avuto l'occasione di provare a recitare su un palco, così mi sono messa in gioco.
[...] I ruoli che ognuno di noi ha interpretato sono stati tanti. Io sono passata dall'essere un ragazzo che aiuta il suo amico a farsi forza in amore, all’essere la poliziotta cattiva che multa una povera senzatetto, per poi diventare una bulla pentita, fino alla voce narrante della mente di un ragazzo palestinese. Se devo essere sincera, non avrei mai pensato di farcela. Amo stare sul palco, ma solo quando devo cantare, non credevo di riuscire anche a recitare e a imparare copioni così diversi l'uno dall’altro, con personaggi dai caratteri completamente differenti.
Con questo progetto ho imparato a esternare parti di me stessa che non credevo esistessero, oltre a imparare come si recita senza fingere. Ho capito come fare mio ogni personaggio, entrando in esso e diventandone parte. E, soprattutto, spero di essere riuscita a far passare il messaggio che volevo inviare [...]: siamo tutti stranieri in una terra che non ci appartiene. Non chiamate "straniero" chi, in qualche modo, potrebbe essere vostro fratello. [...]
(Irene Scapin)
Al team di Immaginario Sonoro: Bruno Tarraran, Ettore Franceschi, Luigi Alberton, M. Cristina Leardini, Massimo Pepe, Monica Alberton, Paola Masciadri, Paolo Bernardini, Enrico Levi. A Loris De Poli e al M5S di Cittadella che hanno condiviso le finalità del progetto e ci hanno aiutato a diffonderlo.
Alla preside dell'istituto Girardi, prof. Chiara Riello, e al prof. Ernesto Spessato. Agli amici che ci hanno aiutato nell'allestimento del Teatro Sociale. Al personale del Teatro Sociale e in particolare al signor Cesare. Ai genitori che hanno partecipato agli incontri e alle persone che hanno portato la loro esperienza: L. Alberton, C. Riello, S. Lucietto, F. Berton, L. De Poli, E. Rausse. All'assessorato alla Cultura di Cittadella per aver concesso l'uso del Teatro Sociale. Alla Pro Loco di Cittadella per l'assistenza durante la serata al Teatro Sociale.
Matilde Sgarbossa | 30/05/13
Grazie a lei e a tutto lo staff per l'incredibile esperienza di Tutti in Scena. Mi ha arricchito molto! Alla prossima.
Federica Bortolato | 28/05/13
Bravi ragazzi! Complimenti
Chiara Riello | 27/05/13
... È stato emozionante venerdì sera nel vedere quei ragazzi già Attori e Protagonisti e nel sapere quanto lavoro e dedizione hanno potuto ricevere da parte Vostra. Grazie a chi come te è da esempio per noi tutti.
Irene Scapin | 27/05/13
Ho visto le foto e letto la pagina. Grazie mille per tutto l'ottimo lavoro svolto, rivedere quelle foto riporta alle grandi emozioni di venerdì sera. Grazie di tutto.
Michela Zanin | 27/05/13
SEMPLICEMENTE MAGNIFICO! Grazie a questa piacevolissima cronistoria (complimenti Maria Cristina!) anche chi non ha partecipato al progetto ne potrà comprendere la portata ed il significato. Bravi, bravi e ancora bravi!
Daniela Menegazzo | 27/05/13
Condivido la bella e impegnativa serata: fruttuosa per i ragazzi che hanno realizzato le loro performance e siano queste, di stimolo, per altri ragazzi di mettersi in gioco con i loro talenti. Grazie.
Loris De Poli | 27/05/13
Complimenti ai "protagonisti" che si sono messi in gioco e GRAZIE a tutti coloro che hanno lavorato (gratuitamente) per questo bel progetto. Una citazione particolare per Luigi, che ha lavorato con costanza, pazienza e competenza per mesi... ed alla fine è arrivato l'ottimo risultato stra-meritato.
Graziella Pesce | 26/05/13
Cari Cristina e Luigi, grazie per la bellissima serata, densa di emozioni.
Omar Al-Hage | 26/05/13
È stato un sogno vedere per la prima volta che le cose che abbiamo in testa possono davvero trovare concretezza nell'infinità dei problemi che incontriamo ogni giorno, basta la buona volontà, la determinazione e la fiducia in se stessi... ma sopratutto un team di professionisti e amici che sanno rendere le tue idee come mai avresti saputo fare:) Grazie mille di quello che mi avete donato, davvero :) GRAZIE DI CUORE :)
Marta B. | 25/05/13
Intenso e toccante... GRAZIE!
Margherita Didoné | 25/05/13
Bel lavoro, impegnativo, importante. Complimenti a voi tutti, a Sara Matilde Irene Omar e buon proseguimento!
Sara Sgarbossa | 25/05/13
...Oltre a ringraziare te di cuore per il lavoro e l'opportunità ringrazio vivamente anche Cristina, Paolo e Massimo per l'aiuto. :) Alla prossima e grazie ancora!!
Fabio | 24/05/13
È stata una bellissima serata dove le emozioni sono state tessute da poesia, recitazione e vita vera! Bravi, bravi, bravi...
Michela Z. | 24/05/13
È stato emozionante! Complimenti a tutti i ragazzi… Sono stati bravissimi. E che dire del regista e dello staff! Buona continuazione!
Stefano Cannas CMagazine | 22/10/12
Progetto ambizioso e stimolante... bravi!
Birollo Ruedi | 2/10/12
Buono direi par sti raga... Ciao
Davide Carlesso | 2/10/12
Idea strepitosa... bravi...
LA CRONISTORIA
Il progetto pilota parte a ottobre 2012 a Cittadella (PD). Contattiamo – con una certa ostinazione – gli studenti delle scuole superiori e gli insegnanti: almeno 3000 ragazzi. Il primo impatto non è esattamente quello che ci aspettavamo, ma non demordiamo.
Il 1 dicembre proponiamo un primo mini-progetto: girare lo spot promozionale di Tutti in Scena. Mettiamo in campo tutta la nostra squadra e fior di tecnologie. Ci aspettiamo una folla, invece arrivano in cinque, più due che si aggregano più tardi. Ma non demordiamo. (Per inciso, sono tutte ragazze. Vorrà dire qualcosa?)
Cominciano i primi incontri collettivi con Luigi. Le 5 ragazze diventano subito 4: Matilde, Sara, Irene e Giada. Ma non demordiamo. Perché è vero che c'è terreno fertile. I temi giganteschi che proponiamo non le spaventano affatto: tirano fuori idee, si infervorano, si mettono a scrivere soggetti e canzoni e a immaginare scenografie.
Il 24 gennaio 2013 organizziamo un incontro per i genitori e i ragazzi, per condividere e testimoniare. Vengono in "pochi ma buoni", come si suol dire. Intanto, siamo entrati nel vivo dei singoli progetti. Fitti scambi di email, bozze di copione, personaggi e dialoghi che prendono forma, ipotesi e discussioni, anche qualche richiamo… In corso d'opera entra Omar con un progetto nuovo e poco dopo esce Giada: si rende conto, con rammarico, che la sua idea creativa è troppo complessa rispetto ai suoi tempi e alle sue risorse. Ma anche lei è una che non demorde e prima o poi la realizzerà!
Da febbraio iniziano gli incontri individuali con Luigi, che sono il grosso del lavoro. C'è da mettere a fuoco il messaggio, la coerenza interna delle azioni e dei personaggi; c'è da "interiorizzare" il personaggio per sintonizzarsi con i suoi pensieri… Entra in campo anche la squadra di Immaginario Sonoro: Massimo per le luci, Cristina per i copioni, Paolo per un arrangiamento musicale, Paola per il canto. Matilde, Sara, Irene e Omar tirano fuori determinazione, impegno, voglia di mettersi in gioco, talento, inventiva, sorrisi…
Nel frattempo, chiediamo al Comune di Cittadella l'uso del Teatro Sociale. Speriamo bene. Il 28 marzo, al secondo incontro con i genitori, tiriamo le somme: abbiamo davanti ai nostri occhi le prove che un percorso attraverso l'arte, la progettazione, lo scambio inter-generazionale lascia un segno forte ed evolutivo nella personalità dei giovani.
A metà aprile si chiudono gli incontri individuali e… iniziano le prove! Spostiamo tavoli e divani per creare lo spazio del palcoscenico. Proviamo le entrate, le uscite, i tempi, le intenzioni... Tutti i copioni prevedono il coinvolgimento degli altri ragazzi: non è facile passare così rapidamente da un ruolo all'altro... Cominciamo a pensare ai costumi e agli oggetti di scena. Una panchina diventa l'elemento fondamentale dei nostri set. Cristina si improvvisa sarta e cuce l'enorme striscia bianca che farà da fondale.
Dopo qualche insistenza, il Teatro Sociale ci viene concesso. Evviva! Scopriamo però che gli impianti luci e audio dovremo portarli noi. Mettiamo insieme i nostri materiali ma non bastano per le nostre performance e allora coinvolgiamo amici e amici-di-amici per quello che ci manca: nessuno ci dice di no.
All'inizio di maggio cominciamo a vedere in giro le locandine del debutto! Che emozione!
E arriva il gran giorno: venerdì 24 maggio 2013. Sembra febbraio: piove e tira vento. L'appuntamento è alle 9 del mattino al Teatro Sociale. Ci apre il signor Cesare, paziente custode che resterà con noi per tutta la giornata. Poco dopo arrivano i nostri (Paolo e Massimo, rispettivamente audio e luci) con due macchine stracariche di fari e casse e cavi e mixer e attrezzi vari. Arrivano anche rinforzi dall'esterno: Loris, Martin, Johnny ed Enrico. Una bella sorpresa, rara di questi tempi. Enrico si fermerà fino a notte fonda, a lavorare con noi dietro le quinte. E alle 10 ci raggiungono Sara e Irene, fuggite da scuola. Ci mettiamo tutti al lavoro. C'è molto da fare.
Venerdì, ore 14.00. Ci ritroviamo dopo una pasta veloce per le prove tecniche e, tra radiomicrofoni soffianti e luci senza frontiere, in un attimo si fanno le sei. Arriva Bruno per le foto di scena e poco dopo Monica per le riprese. Finalmente si parte con le prove generali. Sul più bello, comincia a saltare la corrente... Massimo, Paolo ed Enrico vanno a caccia di guasti e per fortuna li trovano. Le prove generali finiscono alle otto e mezza... I primi spettatori sono già nel foyer!
Venerdì 24 maggio, ore 21.05. Buio in sala.
Sono venuti in tanti, c'è una bella atmosfera. Luigi sale sul palco e racconta brevemente l'avventura di Tutti in Scena. Poi, si apre il sipario... Il pubblico è attento, partecipe. I temi sono forti, alcuni molto drammatici. Omar, Sara, Matilde ed Irene hanno scelto di dare dei messaggi importanti. Gli applausi sono calorosi e meritati. Poco dopo mezzanotte è tutto finito. Il teatro è tornato vuoto e silenzioso. La prima edizione di Tutti in Scena si conclude qui.
Siamo stanchi e soddisfatti: il percorso che Omar, Sara, Matilde ed Irene hanno fatto con Luigi ha dato buoni frutti. Hanno imparato molte cose (al di là del teatro), sperimentandole sulla loro pelle. Ci auguriamo che le tengano con sé, nel loro zaino, nelle prossime tappe del loro viaggio.
Racconto di Maria Cristina Leardini